Raggi di luce.

Gratitudine

L’espressione dell’amore verso di sé e verso quello che la vita offre.


26/11/2017

Gratitudine è una parola che è arrivata tardi nella mia vita, si è fatta strada solo qualche anno fa, e da allora mi accompagna ogni giorno.

Vi sono giorni nei quali è molto presente ed è la forza che mi guida durante ogni mia attività, altri invece nei quali è un impegno e uno sforzo percepirla e mantenerla viva dentro di me. In quei giorni diventa come un filo sottile che mi tiene connessa alla vita ma che è talmente fievole che faccio fatica ad affidarmi e a lasciarmi pervadere da esso. Fortunatamente questo stato di allontanamento succede sempre meno e noto sempre più spesso quanto è possibile scegliere la gratitudine al posto dell’insoddisfazione.

A questo proposito ho notato che quando la mente egoica è all’opera mi faccio incastrare in credenze e vissuti che ancora fanno male e che fanno di tutto per diventare la forza trainante del momento. Allora scopro che vecchie ferite sono state risvegliate e fantasmi conosciuti si fanno nuovamente vedere, come fosse un processo infiammatorio che si è riattivato in qualche parte del mio corpo. E un’infiammazione, lo sappiamo, non sta mai silente, si fa sentire e vuole tutta l’attenzione possibile. In quello stato il senso di gratitudine scompare come fosse acqua che si trasforma in vapore e diventa invisibile. In quei momenti mi sento lontana dal senso di amore e di pace che mi pervade quando rimango e riconosco essere nel flusso della vita. Allora tocca fare uno sforzo, sia per accogliere le sensazioni, le emozioni e i pensieri presenti, sia per non farmi trascinare da essi in una spirale che una volta in movimento mi porta con sé, a spasso, talvolta senza tregua. Tuttavia so che è possibile diventare consapevole del meccanismo in atto e uscirne, se possibile con gratitudine, per avermi mostrato che ci sono ancora situazioni conflittuali e irrisolte dentro di me. È un’opportunità che la vita mi offre per guardarmi e vedermi, e fare un passo oltre, allargando i miei confini e la zona di confort entro la quale mi muovo nelle relazioni e nel mondo.

Quello che la gratitudine mi ha sinora mostrato è che si tratta di qualcosa che è sempre presente, dentro ognuno di noi. Ad essa possiamo attingere in ogni momento e ovunque. Non si limita ad alcune situazioni cosiddette spirituali o in stati dell’essere particolari. Essa è presente. Dentro e fuori di noi. Anche perché l’energia della gratitudine, come la vita, non fa questa differenza tra dentro e fuori. Non si ferma all’essere dentro di sé, bensì è un’energia, un sentimento che va oltre sé stessi e che permette di esistere insieme con ogni altro sistema e ogni forma di vita che ci circonda e ci permea.

Quando decidiamo di diventarne parte entriamo in unione e all’unisono con quello che la vita offre. Usciamo dal senso di separazione nel quale ci siamo fatti portare (e da quello che la nostra società ci offre al momento) e ci inoltriamo in uno dei movimenti della vita che permea ogni forma di esistenza. Respiriamo aria nuova e fresca, che aiuta a rinnovare ogni cellula del nostro corpo.

A mio modo di sentire è qualcosa di molto grande che dà un senso di pienezza e completezza, oltre che un senso di appartenenza e di inclusione.

Iniziare e finire la giornata con un momento dedicato alla gratitudine, anche solo per il cuscino o il materasso sui quali riposare confortevolmente, può essere un modo per mantenersi nel flusso della vita.