Raggi di luce.

Uscire dai propri schemi.

Essere veri con sé stessi.


14/01/2019

Dal coraggio di vedere i miei scheletri e di rendere onore a quella che sono, indipendentemente dalla professione che pratico, vi è stato un ulteriore passo che ha a che vedere con il dichiararsi e con l’essere vera con me stessa.

Sabato 15 dicembre ho fatto un giorno di ritiro e di ascolto profondo, accompagnato da digiuno e meditazione, e ho chiesto a me stessa, alle mie guide e all’universo di aiutarmi a fare un ulteriore passo: uscire dalla struttura geometrica nella quale mi trovavo in quanto terapista energetica che praticava sotto il riconoscimento delle casse malati, a terapista energetica che pratica per quella che è, entrando così in una struttura geometrica diversa.

Quel giorno di silenzio mi ha permesso di notare i segni che mi arrivavano dall’esterno e dal mondo dello spirito, ai quali poca attenzione avevo dato. Mi ricordavano di “essere fiera per quella che sono (una guaritrice)”, “di cambiare quota”, di “libertà” e di “verità”, di “risvegliarmi nella maternità universale, cioè nelle qualità femminili di amore, compassione, empatia e pazienza” e infine “obiettivo centrato: 2019, un anno di successo”. Insomma più chiari di così!
Tuttavia era necessario fare una pausa, sostare per un tempo ed entrare nell’ascolto interiore, lasciando che tutto quello che mi era stato mostrato e rivelato nei giorni precedenti e quello stesso giorno potesse essere da me visto e fatto mio.

Ho anche preso un tempo per scrivere nero su bianco le mie paure e a lato i rimedi per esse, affinché, come mi disse un’amica, “le paure possano diventare degli alleati” e non rimangano perciò delle limitazioni. Questo è stato un altro messaggio importante.
Fare questo esercizio, di dare voce, per iscritto, alle mie paure, accogliendole come un limite che posso superare, senza farmi sopraffare da esse, guardandole per quelle che sono, senza spaventarmi, bensì usandole come luogo o spazio nel quale conoscermi e crescere; e infine trovare un modo per porre rimedio alle mie paure e per trovare la forza e il coraggio dentro di me, ha fatto effettivamente diventare le paure degli alleati. Ringrazio e sono grata per chi mi ha aiutata e mi ha aperto gli occhi su una possibilità diversa da quella che vedevo io.

Sempre quel giorno, una volta che ho sentito la mia posizione ferma e stabilita in me, cioè di lasciare la vecchia struttura – fisioterapia e massaggio classico - e accogliere la nuova – guaritrice – sono uscita di casa per fare una passeggiata. La vita mi ha portato un ulteriore messaggio. Ho incontrato un signore che spesso incrociavo per i sentieri, e per la prima volta mi ha chiesto cosa facevo nella vita. E per la prima volta io ho risposto in modo chiaro “terapista energetica e guaritrice”. Essendo lui stesso un guaritore e avendo meno forze di un tempo, mi ha detto che mi avrebbe mandato le persone che lui non riesce più a seguire. Questa per me è stata un ulteriore conferma della velocità alla quale la vita risponde quando facciamo delle scelte chiare e vere, e di come essere sé stessi sia importante e prezioso, per sé, prima di tutto, e per gli altri. Avere la fermezza, la determinazione ed il coraggio di proseguire e camminare sulla propria via, di adempiere al proprio scopo di vita e di essere veri con sé stessi (poiché questo è quanto sento essere successo) è un punto di forza per sé e una possibilità di esempio per gli altri. 

A differenza di 10 anni fa, quando mi era arrivato chiaro il messaggio “è tempo di praticare come guaritrice” e l’ho seguito senza dubitare, questa volta è stato necessario fare un lavoro su di me, creare un tempo di ascolto nel quale guardarmi, nelle mie paure ed insicurezze, e infine vedermi, cioè riconoscere quella che sono veramente, e non quello che la società detta.
Sì, perché questo passo non mi era ancora stato possibile farlo solo qui, in Ticino, il luogo nel quale sono cresciuta e dove ho creato e ho cristallizzato le mie credenze su di me, cioè la mia identità.
Era facile farlo all’estero, a Losanna e in altri contesti nei quali mi sentivo libera, ma non in Ticino! Mi sembrava di tradirmi, avevo paura di non essere più riconosciuta dagli altri e dalla società, di essere un pesce fuor d’acqua, di non poter praticare qualcosa che la nostra società ancora non riconosce. 

Ora invece spero che un giorno anche la nostra società, le nostre strutture sanitarie possano riconoscere i guaritori, e altre figure simili, come professioni importanti e utili agli individui e alla società stessa. Poiché il futuro è quello della medicina vibrazionale e della medicina che vede nuovamente l’individuo come un microcosmo nel macrocosmo. Una medicina che non scinde il corpo dalle emozioni, dai pensieri, dall’anima e dallo spirito, bensì che considera l’essere umano come un insieme di tutto questo. Così medicina moderna, medicina tradizionale e medicina del futuro potranno camminare insieme.

Ritengo inoltre che questo sia stato un atto di amore, cioè un atto di potere, verso di me; verso il prossimo, cioè verso le persone con cui lavoro; e verso la collettività e la società, poiché ben sappiamo che non siamo separati e che ogni gesto, azione e pensiero del singolo influisce sulla coscienza collettiva.

Quello che è successo è che ora ho nuova energia a disposizione, più creatività, sento che da una struttura limitante nella quale mi trovavo ed entro la quale potevo agire ed essere – della grandezza di un melone – ora mi sento libera, priva di confini, con la possibilità di muovermi e di agire entro uno spazio illimitato, oltre i confini del conosciuto, con nuove risorse e con capacità che ora mi possono essere svelate e rivelate, poiché il cuore è a disposizione e la mente si è aperta.