Raggi di luce.

"Coraggio" è il messaggio che ho ricevuto su un bigliettino,

e con coraggio sono entrata nelle pieghe del mio mantello.


02/12/2018

Nelle ultime settimane si è ripresentato uno scheletro che era nell'armadio dal mio rientro in Ticino, nel 2011. Allora quando ero ritornata in Ticino, malgrado sapessi che il mio compito era di lavorare come "Healer", cioè terapista energetica nel campo della guarigione, ho lasciato che la mia decisione venisse dettata dalla paura e non dalla mia verità e dal sentire profondo. Ho perciò scelto di praticare in casa, come fisioterapista, per essere riconosciuta dalle casse malati, dalla società e da quello che ancora credevo che dovevo essere. Il messaggio della mia anima ricevuto tre anni prima quando vivevo a Shanghai si è oscurato dalle mie paure quando sono rientrata nel luogo in cui ero cresciuta, e in cui alcune delle mie credenze più profonde erano ancora presenti. Ignara di esse, avevo lasciato che la mia bilancia si posasse dal lato delle paure.

Oggi, a distanza di 7 anni, questo aspetto di me a cui non ho più dato ascolto, è ritornato a galla dalle profondità del mio oceano interiore. 

Un messaggio ricevuto ad un corso che diceva semplicemente "CORAGGIO"  mi ha fatto porre questa domanda: "in che cosa ho bisogno di trovare coraggio?" Ho sempre ritenuto essere una persona che in generale aveva coraggio. È vero su tante cose, tuttavia il "generale" non basta. È negli angoli più remoti di sé stessi che è necessario guardare, è nelle pieghe profonde del proprio manto che sono nascoste parti di sé. È cosa che ben so e con cui lavoro, eppure, malgrado ciò, talvolta anche io mi dimentico e sono necessari messaggi dall'esterno per riportarmi in luoghi, alla mia vista, nascosti. E come dice Byron Katie: "siamo completamenti liberi nel momento in cui ogni nostra frase finisce con un punto di domanda." Allora ho posto la domanda e ho lasciato spazio per far affiorare la risposta. Mi è tornato in mente la scelta fatta 7 anni prima e ho visto chiaramente che l'avevo fatta per paura e non per una scelta consapevole e voluta. Mi ero nascosta dietro la gonna della mamma, per non mostrarmi per quella che ero. Sì, avevo paura. Avevo paura di uscire dagli schemi dettati dalla nostra società, di tirare fuori la forza perché forse non sarei stata riconosciuta da tutti, di lasciare che il mio sentire interiore fosse la guida al posto del razionale, di esprimere dal cuore e non dalla testa.

Poi ho guardato dove sono oggi, con il mio nuovo studio, e quello che sto offrendo e ho notato che questo messaggio ricevuto mi ha permesso di fare pulizia dentro di me, di chiarire ancora di più cosa e come faccio il mio lavoro, portando ancora più chiarezza al fatto che la fisioterapia che offro è un qualcosa di innovativo; che è del presente e del futuro, che le persone che vengono da me sono molto più importanti del sistema delle casse malati e della sanità che esiste in svizzera, che è ormai vetusto, anche se di buona qualità; che l'amore con cui lavoro e con cui accolgo le persone è cosa che è necessaria in tutte le professioni sanitarie, poiché è in questa vibrazione che ci si sente veramente bene; che possiamo esprimere e diventare quello che siamo veramente; e che non è importante sotto quale professione opero, bensì come opero e come accompagno le persone verso la loro guarigione, verso il riscoprire il loro potenziale interiore, aiutandole a farlo proprio ed usarlo per prendersi cura di sé, e per ritrovare l'amore per sé stessi, per fiorire e per rinascere.

Queste settimane mi hanno permesso di lasciar cadere alcune foglie secche che non avevo notato essere ancora appese ai miei rami. Che bello e che gioia: hanno portato leggerezza e la possibilità di aprirmi ulteriormente al mio Sé Superiore, quello che opera nell'amore e non nella paura, quello che ha il coraggio di mostrarsi e lasciare che l'anima si possa esprimere nella sua bellezza, senza tenerla rinchiusa tra le mura costruite nei secoli dalla società nella quale siamo immersi ancora oggi, ormai passata, e così lontana dalla nostra vera natura di esseri umani, e dalla nostra essenza. È vero, ci vuole coraggio per entrare in quelle pieghe del proprio essere ormai dimenticate, ma poi quando si aprono nuovamente, si toglie la polvere che si era accumulata, si vede lo splendore, la forza e la lucentezza affiorare, e, allora, ci si innamora della visione. "Come abbiamo fatto a rimanere nell'oscurità per così tanto tempo?", mi domando quando gli occhi vedono tanta bellezza, e "quante pieghe ho ancora addosso affinché possa splendere?" Poi lascio cadere queste domande, e rimango presente con me stessa, consapevole ancora una volta che è nel presente che ho la possibilità di guarire il passato e che più mi apro ad esso più comprendo che è l'unica cosa che esiste. E allora tutto se ne va come è arrivato e rimango in ascolto. E rimango affascinata di quello che si presenta: la visione sempre più nitida della luce, la bellezza, l'amore che TUTTI abbiamo dentro di noi, e che il sé e gli altri scompaiono, poiché tra sé e gli altri non vi è più confine, poiché l'altro è semplicemente un'estensione o uno specchio del sé, e ugualmente viceversa, e rimango nella meraviglia di quest'unione. 

Noto che gli occhi vedono cose mai viste, e sempre di più sanno che tutto questo c'è sempre stato, che è lì da sempre e sempre lo sarà, poiché quella della magnificenza e della luminosità è la natura della vita, sia come esseri umani, sia come esseri animali, vegetali e di tutto quello visibile ed invisibile. Siamo la vita stessa, solamente ce ne siamo allontanati: nei secoli abbiamo sotterrato queste verità e le abbiamo dimenticate. Questo è il tempo del ricordarsi, è il tempo in cui ritorniamo a splendere. Ci stiamo semplicemente purificando da un passato che ancora ci portiamo appresso, e che molto spesso non sappiamo neppure di avere addosso. Che è anche per questo che abbiamo l'occhio interiore, per aiutarci a vedere quello che i due occhi fisici ancora non riescono a percepire. E così ci avviciniamo sempre di più alla nostra vera natura.

Siamo luce, amore e gioia. Tutti.