Raggi di luce.

Il risveglio del femminile.

Il ritorno dell’amore.


25/04/2019

Siamo cresciuti in una società basata sul maschile, dove la competizione è all’ordine del giorno, dove essere prestanti è cosa obbligatoria, e l’intelletto è la forza motrice di tutta la vita.

E se questo non fosse tutto? Se ci fosse dell’altro?

Stiamo passando all’era dell’Acquario, e questo lo sappiamo ormai tutti, ma non abbiamo ancora ben compreso che stiamo passando da una struttura basata sul maschile, quello distorto, il patriarcato del presente, ad una struttura costruita sul femminile. Siamo, cioè, nel tempo del risveglio e del ritorno del femminile. Un tempo in cui le donne possono permettersi e hanno da sentirsi fiere, vive, parte della società e attive nel mondo, poiché è un loro diritto di nascita.
Non è più il tempo in cui le donne hanno da rimanere dietro le quinte e lasciare la società e la vita in mano agli uomini, o meglio detto, non è più il tempo del maschile, che ha regnato in questi millenni, andando sempre più distorcendosi dalla sua natura.

È il tempo del ritorno del femminile, sia esso nelle donne o negli uomini, in ognuno di noi. 
Ed è questo ritorno che permetterà di portare un cambiamento radicale nel mondo, ridefinendo il modo nel quale essere ed operare, scendendo dalla mente fino al cuore e permettendo alla compassione, all’amore e al materno di essere alla guida. 
Certo, la mente sarà sempre importante per discernere, avere il coraggio, mantenere il focus e rimanere determinati, tuttavia la forza motrice arriverà da un altro luogo da quello sinora conosciuto.

Un esempio, di cui ho già accennato più volte, è Jacinda Ardern, la nuova primo ministro – o prima ministra – della Nuova Zelanda. Più volte ha dichiarato davanti alle telecamere che il nuovo modo di fare politica deve incorporare la compassione e che è ora di ascoltare ed essere al servizio del popolo, attivamente, con azioni vere e proprie, tangibili, e non più solo a parole. Che i risultati si vedranno tra 10, forse 20 anni, ma la direzione è quella.
Lei è una donna che incarna il femminile divino e lo mostra ad una nazione intera, anche nei momenti più difficili e delicati - come quando a Christchurch vi è stato l’attentato alla moschea locale - e a tutto il mondo, senza veli, cioè senza nascondersi. 
Il suo cuore parla quando è in azione e quando comunica, sempre.

Amma, in un discorso all’ONU, nel 2002 a Ginevra, disse che “il risveglio dei poteri dormienti delle donne è uno dei bisogni più urgenti di quest’epoca”; continuò dicendo “chi deve risvegliare la donna? Che cosa ostacola il suo risveglio? In verità, nessun potere esterno può ostacolare in alcun modo la donna o le sue innate qualità materne – qualità come amore, empatia e pazienza. È lei, e lei soltanto, che si deve risvegliare. La sua mente è l’unica vera barriera che glielo impedisce.” e ancora “la libertà e la rinascita della donna devono incominciare dall’interno.”

È nostro compito, in quanto donne risvegliare il femminile in noi, ritrovarlo, ricontattarlo, per poter essere nel mondo in quell’energia, con le sue qualità che sono la compassione, l’amore, l’empatia, la saggezza, la pazienza, la fede, la ricettività, il fluire.
Quando ognuna di noi lo farà, allora sarà possibile vedere un cambiamento tangibile nel modo di dirigere, di parlare e di agire.
È una responsabilità individuale, che inizia da dentro e che con la trasformazione diventa cosa magnifica e grandiosa, bella e profonda, gioiosa e avvolgente.

Le qualità del femminile includono, all’opposto di quelle presenti oggi che escludono, accolgono e non manipolano, vedono bellezza e non competizione, che uniscono e non dividono, fanno un passo verso di sé e verso gli altri, verso l’unità.
È un dono che facciamo ad ognuno di noi, donne o uomini: risvegliare il femminile è un gesto d’amore verso di sé e il prossimo, verso i nostri figli, la natura e tutti gli esseri viventi, che come noi, popolano questo pianeta.

È un ritorno alla vita,
un fluire con essa;
è lo scorrere dell’acqua,
e il canto degli uccellini al sorgere del sole;
è un fiore che sboccia,
e la meraviglia dinanzi ad esso.

Avere fiducia, innamorarsi di sé stesse, gioire nell’essere donna, respirare il femminile, concedersi di esplorarlo, ricollegarsi con il filo che unisce ogni donna, dall’inizio dei tempi, che anche se assottigliato mai è svanito, e nutrirlo, offrirlo ai propri figli e donare i suoi frutti al mondo, con discernimento.

Amma racconta: “Soltanto quando garantiremo il rispetto e l’onore delle donne potremo dar vita ad un mondo di consapevolezza e di luce.”

E come le donne, anche gli uomini che risveglieranno il loro femminile saranno alla guida e al fronte in questo mondo, poiché così sarà possibile riportare pace e armonia. Così sarà possibile uscire dalle strutture gerarchiche presenti oggigiorno e ridefinire le fondamenta sulle quali far poggiare questa società, le istituzioni che la formano e l’insegnamento che verrà offerto alle nuove generazioni, per le quali questa struttura è ormai vetusta. 
Creare un mondo per i giovani nel quale potranno sentirsi ricevuti e nel quale svilupperanno i loro doni, e per gli anziani dove faranno parte della vita e condivideranno la loro conoscenza, dove le tre fasi della vita saranno nuovamente riunite.

Sentivo un'intervista ad uno dei nostri politici eletti in Gran Consiglio, che diceva che solo se ogni partito era rappresentato allora c'era armonia. Aggiungo anche che solo nel momento in cui saremo capaci di avere almeno la parità di donne e uomini in Gran Consiglio, e in politica in generale, allora ci sarà veramente armonia. Non possiamo fermarci alla mera visione della distribuzione dei seggi ai partiti, abbiamo bisogno di ampliare lo sguardo e dare spazio alle donne, a quelle che sapranno condurre con il senso del materno, della compassione e della comunione. Così creiamo una società che è costruita anche per le donne, e non solo per gli uomini, come è ancora oggi.

Questo vuole essere un incoraggiamento per ogni donna, ed ogni uomo, a guardarsi dentro, ad accogliere il proprio femminile, riconoscerlo e farlo proprio, non solo a parole, bensì a gesti e ad azioni, diventandolo e vivendolo.
Renderlo visibile e disponibile alle altre donne e uomini, e ai bambini. A creare così lo spazio interiore ed esteriore necessario affinché anche altre ed altri potranno dare a sé stessi il permesso di accogliersi, di rivelarsi e di mostrarsi nel femminile.

In questo senso vanno anche diverse delle mie proposte, affinché la sacralità di questo tempo vada percepita e vissuta, portata a superficie e conosciuta, annusata e resa disponibile.
Ricordare che siamo nati nell’amore e siamo amore.