Raggi di luce.

Successo: un cambio di paradigma

08/04/2025

Che cos’è il successo?
Chi saresti se avessi successo nella vita?
Che cosa ti porterebbe il successo?

In uno degli ultimi blog ho scritto che avrei spiegato cosa intendevo con la parola successo. Sono passati due anni e non ricordo esattamente cosa volevo scrivere. Tuttavia ho la sensazione che allora ero allineata con quello che significa oggi per me questa parola, e che nel frattempo il suo significato è andato a rinfrancarsi dentro di me.

Vado indietro nel tempo.
Una volta credevo che il successo fosse legato al lavoro, alle prestazioni sportive e al guadagno, cioè a quanto veniamo identificati sin da piccoli, attraverso l’insegnamento scolastico e anche l’educazione a casa. Spesso questo non passa attraverso le parole, bensì ad un modus operandi e vivendi comune.

Certamente non è così per tutti, e certamente parlo generalizzando. Immagino, osservando quello che succede oggigiorno, che le nuove generazioni mi possano prendere per folle, eppure ai miei tempi era assai così.

Veniamo identificati nel senso che siamo cresciuti all’interno di una società in cui uno dei pilastri base è la credenza che il lavoro è forse una delle cose più importanti nella vita (certamente più importante che essere madre a casa o detto diversamente casalinga). E da subito siamo portati ed educati a scuola e a casa e nell’etere a questo, non di certo a saper vivere. Gli esempi ricevuti sono infatti correlati con

professione – guadagno – successo,   oppure

risultato – riconoscimento - successo.

Per quanto riguarda l’aspetto professionale, molto spesso il successo non è per niente considerato quando ci si riferisce ad alcuni lavori, che, anche se non lo si dice, vengono considerati di importanza inferiore. Per esempio la casalinga (il casalingo), le persone che fanno le pulizie, chi lavora come cassiera o segretaria, un cameriere, una persona allo sportello di banca, posta, comunale, ecc.

Solo alcune professioni hanno il diritto ad essere considerate di successo o ambiti in cui si può avere successo. Perciò solo alcune persone hanno diritto a sentire e sapere che possono raggiungere il successo nella vita.

Già solo questo suona strano, per non dire che è una follia, vero?
Che discriminazione!!

Per quel che concerne il secondo aspetto, quello legato ad un risultato, che sia scolastico, sportivo, artistico, musicale, professionale, il sistema riconosce la persona per il traguardo raggiunto, e di fatto c’è anche qui un guadagno che però non è direttamente legato ai soldi bensì alla reputazione o alla fama individuale.

Quel che mi balza all’occhio mentre contemplo i meccanismi sin qui riconosciuti, è che la parola successo sta sempre in una relazione, con qualcosa o con qualcuno. È sempre legato - ecco le catene - ad un riconoscimento che viene dall’esterno, a qualcuno che ci giudica.

E allora mi domando:

Perché solo alcune professioni hanno diritto a questo riconoscimento?Perché il successo è identificato con il lavoro o con un risultato raggiunto e non soltanto con la persona?
Che società è quella che considera solo alcuni come aventi diritto ed essere eletti ad avere successo?
Allora quel che ci viene insegnato e costantemente mostrato dalla società è un biglietto da visita verso un costante stato di insuccesso, cioè di infelicità e frustrazione?

Dove sta la bussola con cui orientarci verso la stella più luminosa?

Mentre ero impegnata con questo scritto ho ascoltato un’intervista di fine stagione 2024-2025 a Lara Gut Behrami, pluricampionessa di sci alpino, che dice: “Non sempre successo è sinonimo di star bene o di essere contenti.”

È fondamentale cambiare paradigma!
Riconoscere che successo e essere contenti hanno un comune denominatore. 

Poiché se il successo non è sinonimo di benessere che senso ha avere successo?

Il mio viaggio personale e professionale, che per me sono un tutt’uno - nel senso che viaggiano mano nella mano - ha allargato gli orizzonti.
Prendendomi cura di quello che immaginavo fosse reale mi sono accorta che così veritiero come mi era stato passato non era. Che mettere in dubbio l’educazione è fondamentale per ridefinire ed avere delle fondamenta stabili e in armonia con le leggi della vita, le leggi dell’universo, che poco o nulla hanno a che vedere con le leggi odierne definite dall’essere umano (definite su chissà quali interessi personali, i cui valori sono stati deviati dal potere, dal soldo e dal possedere).

Allora diciamocelo, il successo non è legato e neppure correlato a nessun campo d’azione elitario, a qualcosa che viene definito e giudicato dall’esterno, ad un bisogno di riconoscimento dagli altri.

Il successo è in relazione a tutto nella vita e ognuno di noi può avere successo in ogni suo pensiero, parola o azione quotidiana.
Non lasciamoci deviare e distrarre da quello che sono i canoni definiti da una società è già di per se deviata.

Per me attualmente il successo è anche la capacità di essere presente con quello che c’è, di non chiedermi di essere diversa da quella che sono nell’istante, di avere dei pensieri, delle parole ed azioni che portano con sé gentilezza, chiarezza, amorevolezza, accoglienza, fermezza, determinazione, forza laddove sono necessari.

Il successo è molto più vasto ed è forse qualcosa a cui tutti aneliamo ma di cui non siamo consapevoli, nel quale possiamo riconoscerci, senza la necessità ed il bisogno che sia qualcun altro a farlo per noi.

Credo che non ne siamo consapevoli poiché quel che ci viene venduto per oro luccica soltanto ma non ha un gran valore.
Il vero oro è dentro di noi, non nell’ottenere questo o quell’altro (ad esempio la casa, l’automobile, l’ultimo modello di smartphone, i vestiti alla moda, una moglie o un marito, dei figli, una posizione lavorativa o politica o qualsiasi di cosa cosiddetta di prestigio), bensì nel riconoscerci come esseri degni e valorosi.

Intendiamoci, non sto dicendo che non va bene ottenere tutto quanto menzionato sopra tra parentesi, ma sto soltanto mettendo in dubbio che il vero successo sia in relazione a questa lista di aspetti – ancora una volta – a noi esterni.

A mio modo di percepire il vero successo è sintonizzato con uno stato interiore, con la calma, la tranquillità, la serenità, la gioia, la condivisione, con l’essere, con la gratitudine, la compassione, l’armonia.

Anzi ancor di più, è diventare ed essere il Sé.

Credo di poter affermare con certezza che questo è cosa che noi tutti desideriamo. È che non ci viene insegnato come arrivarci.

Tocca a noi prenderci per mano, farci aiutarci ed essere sostenuti in questo cammino di ritorno verso casa, verso il Sé.